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La manifestazione delle azioni nel Giorno della Resurrezione

23:05 - February 06, 2024
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Tehran-Iqna- Da alcuni versetti del Corano e dagli hadith si può dedurre che il paradiso e l’inferno sono in realtà la manifestazione delle azioni delle persone

La manifestazione delle azioni nel Giorno della Resurrezione

 

Da alcuni versetti del Corano e dagli hadith si può dedurre che il paradiso e l’inferno sono in realtà la manifestazione delle azioni delle persone.

In altre parole, le pene e il dolore all’inferno non sono altro che il ritorno delle nostre cattive azioni mentre le benedizioni del paradiso sono il ritorno delle buone azioni dei credenti.

Il Sacro Corano dice riguardo al Giorno della Resurrezione: “Nessuna anima subirà il minimo torto in quel Giorno e nessuno riceverà alcuna ricompensa oltre a quella che merita per le sue azioni”. (versetto 54 della Surah Yasin)

Questo versetto dice chiaramente che la punizione o la ricompensa per un'azione è l'azione stessa.

In un altro versetto, il Corano afferma: “Il Giorno in cui ogni anima vedrà svelato ciò che ha fatto di bene e ciò che ha fatto di male, desidererà che ci fosse solo uno spazio lontano tra esso e quel (Giorno)”. (versetto 30 della Surah Al Imran)

Quindi nel Giorno della resurrezione si avrà modo di vedere la vera natura delle sue azioni e ci sarà quindi il desiderio di essere il più lontano possibile dalle azioni malvagie che si sono manifestate.

Al contrario coloro che si sono sforzati in questo mondo di evitare azioni malvagie, raggiungeranno in quel mondo uno stato di serenità e gioia dovuta alla manifestazione delle loro azioni positive. Il Corano dice: “Coloro che hanno accettato la fede e l’hanno preservata pura dall’ingiustizia, hanno raggiunto sicurezza e guida”. (versetto 82 della Surah Al-Anaam)

Quando si afferma che le pene dell'inferno sono il ritorno delle azioni di questo mondo significa che queste pene e il dolore dell'inferno esistono già e vengono create dalle azioni malvagie. Ogni volta che viene compiuta un'azione negativa questa crea dolore e difficoltà in un'altra dimensione. Noi non siamo in grado di corgere con i nostri sensi questa realtà ma il tutto ci verrà rivelato nel Giorno del giudizio.

Al tempo stesso il dolore e l'ambiente cupo dell'inferno sono strettamente collegati allo stato della nostra anima. La nostra anima è il riflesso di ciò che sarà il nostro status nell'aldilà. Un'anima resa cupa dal peccato e dalle azioni malvagie avrà come riflesso il dolore e l'oscurità dell'inferno, mentre un'anima rimasta incontaminata dal peccato e dal male, e che ha trovato la pace interiore in questo mondo, avrà come riflesso uno stato di serenità e soddisfazione in paradiso.

Quindi, il malakut del nostro Nafs si manifesterà nel Giorno del giudizio.

Il Corano dice: “(In quel giorno) il paradiso sarà vicino ai pii”. (versetto 31 della Surah Qaaf). Significa che il paradiso è già presente nel cuore dei credenti (che oltre a credere perseguono il bene con le azioni). Nel Giorno del giudizio essi coglieranno questa realtà.

Per quanto riguarda il fuoco dell’inferno, il Corano mette in guardia: “È il fuoco acceso da Allah, che si innalza sopra i cuori” (versetti 6-7 della Surah Al-Humaza). Anche qui, il fuoco dell'inferno è già presente nel cuore dei miscredenti e malvagi, ma se ne renderanno conto nel Giorno della resurrezione, a meno che riescano a cogliere la misericordia di Dio, si pentano del loro operato ed inizino ad intraprendere un percorso di purificazione dell'anima sin da questo mondo per cancellare da esso le tracce del male e quindi dell'inferno.

 

 

 

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